Da molti anni mi occupo di facilitare gruppi che vogliono diventare squadre, ne ho fatto parte a mia volta, ne faccio parte anche oggi.
Questo mi ha spinto ad indagare sempre più la struttura di quella straordinaria magia che conduce un gruppo a diventare una squadra, ovvero un team, della magia che permette ad un insieme di ‘Io’ di diventare un ‘Noi’.
La magia si manifesta al limite del caos, là dove abitano gli opposti. Quando nasce un team l’alchimia di molti opposti ha trovato una sintesi magnifica e instabile, un sottile equilibrio che ha richiesto tempo per manifestarsi e che sfiorirà rapidamente per lasciare spazio alla ricerca di un nuovo equilibrio.
Ci sono degli ingredienti di base che permettono a questa ricerca del ‘Noi’ di attivarsi:
uno scopo comune, obiettivi comuni, la volontarietà dei membri, la fiducia reciproca, un ambiente sicuro che funge da crogiuolo alchemico, una comunicazione aperta ed altri ancora.
Ma tutti questi ingredienti non bastano. Occorre qualcosa in più. Servono alcuni ingredienti aggiuntivi di complessa reperibilità perché abitano nel territorio degli opposti:
- il prevalere del senso di appartenenza rispetto all’affermazione dell’individualità
- il fidarsi e l’affidarsi all’altro oltre la paura di cadere
- la generosità del dono oltre la logica del possesso
- l’avventurarsi nel rischio oltre le apparenti certezze del conosciuto
- il parziale abbandono dell’ ‘Io’ per incontrare il ‘Noi’
Il team nasce proprio in quel fragile spazio dove il sottile equilibrio degli opposti diventa generativo di qualcosa che prima non c’era, sì perché la generatività si sprigiona proprio nell’incontro degli opposti e la generatività è vita.
Quando nasce un team c’è un nuovo respiro, c’è luce e c’è speranza.
E di luce, speranza, aria abbiamo bisogno, perché sono vita.
La vita è tuttavia fragile perché fragile è l’umano, richiede cura e gentilezza.
Ecco perché il viaggio per far sì che un gruppo diventi un team è così complesso e articolato ma ne vale la pena perché in quell’altrove è possibile incontrare la serenità e la gioia che solo il senso di appartenenza a qualcosa di più grande del nostro ‘Io’ può offrire.
Ne vale la pena perché le sfide che oggi l’umanità deve affrontare richiedono di lavorare in team.
Ma per compiere questo viaggio occorre coraggio.
Il coraggio è la virtù umana più preziosa: il coraggio di agire basandosi su conoscenze limitate e prove insufficienti. Questo è tutto ciò che abbiamo. (Robert Froster)