“Oggi abbiamo bisogno di consapevolezza, di accoglienza, di cura, di speranza, di fiducia e soprattutto di coraggio; il coraggio di abbandonare abitudini ormai superate, di cambiare rotta, di andare verso modelli di vita e di lavoro rispettosi degli ecosistemi umani e ambientali nei quali siamo inseriti.”
“Siamo smarriti e disorientati in questo tempo e in questo spazio, ma come ci ricorda Seneca ‘Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare’; aggiungo che scorgere la meta è importante, ma altrettanto fondamentale è riconoscere se stessi nelle proprie forze e nelle proprie fragilità.”
Per questo, a partire da maggio, ho iniziato una conversazione con Valentina Marini di Spremute Digitali per raccontare riflessioni e strumenti che aiutano a ritrovare l’orientamento.
Nella nostra prima intervista abbiamo parlato di come il coaching, strumento maieutico che parte dalle risorse delle persone, mettendole in risalto e valorizzandole, può essere particolarmente prezioso in questo periodo, perché “il Coach agisce da catalizzatore delle risorse già presenti nella persona, attivando e promuovendo percorsi latenti di trasformazione. Il cliente può così aumentare il suo livello di consapevolezza (conosci te stesso) e l’accesso al suo ‘purpose’, sapiente miscela di visione, valori e identità personale.”
Grazie a questo passaggio, si può andare alla ricerca di soluzioni nuove con maggiore determinazione e fiducia.
Per completare il percorso e offrire da subito uno spunto pratico, con Valentina abbiamo accennato alla possibilità dell’auto-coaching, “sottile lavoro di attenzione, ascolto, cura di sé per cogliere la voce interiore profonda che conosce la verità ed amplificarla”.
Come fare? Vi invito a leggere per intero l’intervista “Coltivare se stessi per far fiorire il mondo: auto-coaching” sul magazine online Spremute Digitali e a lasciarci i vostri commenti.