Il viaggio nella Complessità con Generativa – Episodio 2
Questo è tempo di ossimori: “governare l’ inatteso”, “emergenza strategica”, ”futuro prossimo” sono alcune tra le espressioni ricorrenti.
L’ossimoro è una figura retorica che unisce due termini contraddittori, come ad esempio “lucida follia” o “immoto andare”; l’effetto che ne deriva è di stupore, spiazzamento, ed è per questo che i poeti lo utilizzano. Ma qual è l’impatto degli ossimori rispetto alla necessità di comprendere e indirizzare il momento attuale?
Prendiamo uno dei più utilizzati, “connessione remota”, che descrive il nostro tentativo di continuare a lavorare e vivere insieme pur rispettando le misure di sicurezza e il vincolo del distanziamento fisico.
“Remoto” indica distanza, con un carico di connotazione forte, in termini di spazio, tempo e persino possibilità: “una remota speranza”; qualcosa in più rispetto a “connessione a distanza” o anche “connessione digitale”.
A colmare questa distanza ci sta la “connessione”, che però in questo caso indica prevalentemente il livello operativo, attuato dalla tecnologia: “buona connessione”/ “connessione instabile”.
Ma quanto può la tecnologia creare la connessione di cui abbiamo particolarmente bisogno, anche in ambito business: connessione di appartenenza (al team, per esempio); di fiducia (nelle istituzioni, nel management, nei partner); di passione (verso il brand e nella shopping experience)?
L’ossimoro “connessione remota” svela il gap da colmare, il compito relazionale, l’impegno di leadership di cui essere consapevoli per viaggiare nella complessità attuale.
E noi, quali strategie stiamo attuando per occuparcene?